Costituzione italiana,art.32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Partiamo da quanto stabilisce la Costituzione per iniziare un discorso molto complesso sulla sanità che sarà qui affrontato nei punti essenziali.
Il diritto alla salute e il diritto (gratuito) alla “assistenza sanitaria” sono due concetti diversi. Infatti gli enti pubblici amministrativi e soprattutto i comuni hanno il compito istituzionale di sorveglianza sullo stato di salute della popolazione e possono intervenire con ordinanze ed altro in caso di epidemie, inquinamento dell’aria o delle acque, mantenimento dei sistemi fognari etc. Tuttavia l’assistenza sanitaria vera e propria è delegata ad altri enti che sono attualmente le ASL, con le quali ovviamente le autorità comunali sono in stretto contatto.
L’idea demagogica che sia possibile fornire ovunque e sempre una assistenza sanitaria totale è tramontata da tempo e non sarebbe possibile nemmeno in un clima di grande disponibilità economica. Vi sono motivi scientifici che sorreggono tali argomentazioni e che hanno costituito la base del sistema sanitario inglese (A. Cochrane. Efficacia ed efficienza in medicina).
Cosa dunque possiamo richiedere per una assistenza sanitaria in Valnerina?.
La prima cosa è stabilire un patto con la popolazione. Tutta la riforma sanitaria si basa su un patto con la popolazione mai scritto ne codificato. Il patto si basa su due considerazioni. In primo luogo non chiedere quello che non possiamo fornire ma pretendere il corretto funzionamento di quello che forniamo. In secondo luogo utilizzare in modo corretto le risorse disponibili per facilitare l’accesso alle strutture in modi e tempi adeguati.
A questi due punti potremo aggiungere un terzo. Ricordate che siete voi a scegliere. Se le risorse economiche sono utilizzate per infrastrutture, non ci saranno risorse per l’assistenza sanitaria, e viceversa.
Stabilito dunque che l’educazione ad utilizzare i servizi sanitari è la base, e qui torna drammaticamente il sostegno alla scuola come fondamento della vita civile, resta da stabilire quali debbano essere i servizi.
La percentuale elevata di anziani rende indispensabile concepire un progetto di assistenza legato meno possibile ai ricoveri ma agile nei servizi diagnostici. E nel problema della salute fisica si inserisce per gli anziani anche quello della salute mentale, che molto pesa sulle famiglie. L’anziano deve trovare nel Comune il fornitore di servizi di comunità che limitino le ore di solitudine e l’assenza di stimoli favorendo gli incontri e le attività praticabili nella età avanzata in strutture di ritrovo, di gioco, di impegno per esempio attraverso incontri con i ragazzi e dialogo con essi.
L’ospedale inteso come centro vitale di assistenza deve essere
1) unico per la Valnerina, per evitare sprechi, duplicazioni, disservizi
2) fornito dei servizi di diagnosi moderni adeguati alle esigenze locali
3) fornito dei servizi di assistenza nelle urgenze relativamente a quelle fondamentali situazioni di accidente cardiovascolare in cui il primo trattamento è cruciale, affidato a personale dedicato.
4) Reparti di Medicina e Chirurgia con peculiarità definite, almeno per la Chirurgia,con personale dedicato
5) Spazi per la collaborazione con i Medici di Medicina Generale
6) Adeguato sistema di trasporti ottimizzato per tutta la Valnerina
Ognuno di questi punti merita una trattazione particolareggiata e articolata, svincolata quanto più possibile da giochi politici-partitici e da esigenze individualiste.
Non è questa la sede in fase di presentazione.
Resta comunque ormai non discutibile che il tutto potrà essere realizzato solo in una struttura unica e con un impegno collaborativo da parte dei comuni fra loro nella decisione dei progetti di stretta pertinenza comunale e nelle proposte da rivolgere alla ASL di competenza, attraverso l’Istituto della Conferenza dei Sindaci.
Antonio Belezza
Si, si, si, belle parole…
Ma il contenuto? Mediocre, insignificante.
Continuare a dar voce alle parole e non alla sostanza è a dir poco…
Caro dottore faccia bene il suo lavoro e il suo dovere da cittdino per almeno 10 anni e poi forse le sarà permesso di pontificare.
Caro pippo,
la ringrazio per il commento.
Infatti ella con il suo anonimo squallido squittire da sorcio mi da la possibilità di aprire un argomento che può interessare la Associazione Nuova Norcia e chi la segue..
Vede topo o topa, qualsiasi dissenso è gradito, ma il suo dimostra come sia vero che il nostro paese deve affrontare prima o poi il problema dell’analfabetismo.
Chi si occupa della materia parla di tre tipi di analfabetismo: il primo riguarda chi non ha mai imparato a leggere e scrivere;il secondo chi lo ha dimenticato ed il terzo, fascia cui lei appartiene, chi sa leggere e scrivere ma non comprende il significato di cosa legge o scrive.
E’ un fatto che il mio sintetico articolo sulla sanità non contiene vane parole ma proposte precise basate su fatti culturali e normativi che ella ignora.
Come tutti gli ignoranti ella è anche arrogante nel senso etimologico del termine.
Si arroga il diritto di giudicare una persona che da sempre pensa di lavorare bene (ad altri spetta la valutazione) e di essere un buon cittadino. Quantomeno questa persona, cioè io, fa di tutto per lavorare bene e per essere un buon cittadino.Cosa c’entrino poi i dieci anni non l’ho capito.
Troverà una ulteriore pontificazione sul problema istruzione e analfabetismo in una sezione del sito, se il coordinatore vorrà pubblicarla. Questa volta se la faccia spiegare da qualcuno.
Antonio Bellezza