Dobbiamo proprio ammetterlo, siamo d’accordo con quanti si dicono esterrefatti circa l’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Nicola Alemanno per abuso edilizio: ci saremmo aspettati infatti un intervento più tempestivo da parte della Procura, magari per una delle tante segnalazioni che da quattro anni tentiamo di porre all’attenzione. Ma tant’è, l’importante era iniziare.
Prima di ricordare a quali segnalazioni facciamo riferimento, scendiamo nel dettaglio della vicenda “CASA ANCARANO”. Come da convenzione n. 340 del 07 luglio 2017 trattasi di un “edificio con superficie pari a 650 mq che si sviluppa su un unico livello fuori terra ed è costituito da una unità immobiliare destinata a spazio polivalente di Protezione Civile e presidio di sicurezza.”
Attraverso l’ordinanza n. 762 del 01 agosto 2017 il sindaco ne ha disposto “l’installazione temporanea per tutto il periodo connesso allo stato di emergenza” rifacendosi alla deroga contemplata nell’articolo 3 comma 5 dell’ordinanza 394 che escluderebbe l’applicazione dell’articolo 13 della Legge 394 del 06 dicembre 1991 ovvero il rilascio di un nulla osta da parte dell’Ente Parco necessario per nuove opere all’interno del parco medesimo. In realtà, sembrerebbe che tale nulla osta fosse stato preventivamente richiesto all’Ente il quale , nel dare parere negativo, avrebbe indicato un sito alternativo non lontano dal luogo dell’attuale cantiere.
Di fronte a tale ostacolo pertanto, il sindaco ha pensato di rifarsi alla provvisorietà del fabbricato, ma come è possibile a fronte di tali costi e dimensioni? Ed ancora, come può definirsi temporaneo un presidio di sicurezza in una zona interessata da eventi sismici secolari?
Nessuno contesta l’utilità dell’opera, l’ordinanza di Protezione Civile n. 460 del 15 giugno 2017 all’articolo 9 comma 1 infatti non contrasta in alcun modo la creazione di un “luogo di aggregazione in prossimità ed a servizio della popolazione alloggiata presso le SAE” purché valga il principio di provvisorietà oppure “la struttura sia finalizzata a operazioni di soccorso, alla messa in sicurezza di beni danneggiati, al ricovero della popolazione o a garantire la continuità dei servizi pubblici e del culto.”
Il sindaco in recenti interviste ha minimizzato l’episodio affermando testualmente che “non si tratta di chissà quale reato, ma semplicemente della diversa interpretazione di una norma”. Ebbene Egli mente sapendo di mentire! In primo luogo perché sa di aver artatamente aggirato la legge eludendo la mancata concessione del nulla osta ad edificare con una norma inapplicabile. In secondo luogo perché a nostro modesto parere i reati si configurano eccome.
L’art.142 del D. Lgs. 42/04 indica tra le aree tutelate per legge con vincolo paesaggistico, i parchi e le riserve regionali. Chi intende intervenire su tali beni necessita di tre autorizzazioni: paesaggistica, permesso di costruire e nulla osta del Parco. La prima è emessa dallo Sportello Unico Edilizia del Comune, previo parere della Soprintendenza, il secondo dal suddetto sportello e il terzo dall’Ente Parco. Pertanto se si edifica su tali zone senza autorizzazioni, si commette un duplice illecito: urbanistico e ambientale. Ai fini sanzionatori si rilevano le seguenti norme: art. 734 codice penale, art. 180 e 181 D. Lgs. 42 del 22 gennaio 2004, art. 44 lettera c Decreto Presidente della Repubblica n. 380 del 6 giugno 2001 nonché art. 650 codice penale. Senza scendere nel dettaglio, tali violazioni comportano pene pecuniarie fino ad € 52.645,00 unitamente alla reclusione per un massimo di anni 4.
Giova ricordare che i nostri amministratori sono evidentemente inclini a certi episodi; appena tre mesi prima del sisma (maggio 2016) il sindaco Alemanno ed il vice sindaco Altavilla sono stati iscritti nel registro degli indagati per uno sbancamento senza progetto ne autorizzazioni in un area vincolata presso località colle dell’Annunziata. Chissà se il sindaco avrà modo prossimamente di relazionarci anche in merito agli esiti del suddetto procedimento penale?
Si sono spesi fiumi di parole a suffragio del “beato Nicola” un Santo che ha sacrificato giorni e notti per dare conforto ai senzatetto, un martire che ha anteposto il bene del prossimo al suo, eccezion fatta per l’aumento del proprio stipendio ad € 2.788,87 praticato proprio dalla scorsa estate quindi in piena emergenza.
E proprio in termini di emergenza vorremmo chiedere al sindaco: perché non ha operato con la medesima “fretta” anche nell’erogazione del contributo di autonoma sistemazione percepito da alcuni a distanza di otto mesi dal sisma? Dov’era l’emergenza quando senza colpo ferire è stato soppresso il trasporto pubblico gratuito degli sfollati alloggiati tra Perugia ed il Lago Trasimeno? Dov’era la vicinanza ai terremotati quando liquidava brutalmente una madre separata con due figli a carico costretta a vivere in condizioni disumane?
Invitiamo i gentili lettori a prendere visione del post “Quelli che” pubblicato nel nostro sito in data giugno 2016, affinché si possa comprendere come l’avviso di garanzia della scorsa settimana sia solo una goccia nell’oceano.
Spiace constatare come alcuni in queste ore abbiano voluto difendere l’indifendibile. Ci sentiamo di classificarli in due categorie: gli ignoranti che non conoscono le carte, le norme, gli avvenimenti e ai quali ci auguriamo di rendere un servizio utile e quelli in malafede a cui purtroppo non possiamo essere utili in alcun modo.
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